Folgori è la mia seconda raccolta di poesie, una silloge ancora in cerca di editore. In essa, la diffusione dell’anima in nove sfumature, raccontata in Poetica devastante (esplicata con Introduzione al sogno), si affievolisce poiché alcuni eteronimi vengono assorbiti da altri, alcune sfumature si sovrappongono, si incastrano.
Il viaggio e l’esplorazione verso l’unità e la stabilità vedono il loro fallimento; la paura dell’incomprensione e l’integralismo intellettuale rendono più difficile l’accesso al piano emotivo ed alla condivisione.
Nella parte finale del libro, tuttavia, le anime raggiungono una tregua interiore, certe di raggiungere la consapevolezza del proprio essere.
L’unità si avrà con il Viandante del sogno, colui che percorre il sentiero verso la realizzazione personale stimolando gli altri a fare altrettanto, attraverso chiavi universali, la poesia stessa, le folgori ispirative e le corde emotive.
La strada verso l’alba passa anche dalla scoperta di compagni di viaggio, gli splendidi eroi, che credono nell’arte e perseguono la verità.
Il sogno può essere raggiunto solo scorgendo la fierezza e l’epicità del mondo, solo con una testimonianza luminosa ed incessante dell’universo.
Folgori
Il mio è un orizzonte sconfinato
al di sopra del quale danzano elementi
eterogenei, antitetici, migranti.
Chiunque vi si imbatta potrà portare con sé
qualcosa di proprio, qualcosa di sentito, caso per caso.
Quasi che il mio cuore si avvolga di un codice segreto,
eppure universale, abile a raggiungere anime diverse
– le anime dei versi –
e allo stesso tempo, forse,
di non essere compreso da nessuna.
Il dubbio, l’integralismo,
quasi la militanza stentorea
verso l’esegesi individuale,
appartengono a quel piano emotivo,
quella sfera di immortale interiore,
cui io, devastato dal tormento multiforme,
mi rivolgo.
Sono alla ricerca di splendidi eroi,
di chi crede più nell’arte che nel potere,
con orgogliosa alterigia
e con l’incanto dei veri,
correndo il rischio di diventare
coraggiosamente patetico
ma agendo sempre con dignità e salda poetica,
testimone del “nostro” mondo,
epico, fiero e luminoso,
che non morirà mai.