Essere senza sogno significa essere senza grazia, avere una profonda necessità di Tregua.
Ho cercato un modo per cancellare l’ansia del mio sogno e mi sono ritrovato senza grazia.
Ho solcato cieli, attraversato porte, città e la mia fede, dimore terrene e musei. Sono caduto mi sono sollevato, ho provato l’amore liberato dalla prigione della sofferenza e del tempo.
E poi, infine, ho ascoltato una voce che mi chiedeva una Tregua nella ricerca perché stavo diventando senza grazia.
La Tregua nel giardino ispirativo, ampio e vagabondo, con la spada europea della scrittura a difendermi dal vuoto, con l’aurora e l’armonia nell’attesa del sogno di scrittura, nella visione d’amore.
Ho lasciato alcuni fiori bianchi su una scrivania e posto nuovi fiori in un vaso ad illuminare la mia mente.
C’è sempre una Tregua per camminare verso il sogno (riunendo le emozioni migliori che scappano dal dolore), verso uno stato di gratitudine eterna e poeticamente illuminata.
Quando ricordo che so ancora scrivere ed amare, l’orizzonte torna a danzare ed allora l’amore viene restituito a colei cui appartiene…l’amore viene restituito alla grazia…
Tregua e grazia
Eppure ho cercato e sperato così a lungo!
A Roma e lontano da Roma, nei sorrisi
del cielo illuminato e nelle umili dimore della terra,
nei musei ed attraverso le porte della fede,
quando si leva il sole sull’impero e
quando cala la notte eterna.
Ho cercato l’amore che profuma
di prigioni liberate dal dolore e dal tempo.
Ho chiesto tregua al male stesso,
attraversando i giardini delle folgori,
con passi erranti, con ampie parole,
con una scrittura sempre aurorale,
rivolgendo sguardi sonori all’armonia,
ad un’umanità incarnata, nell’attesa dell’altro.
E sono qui, infine, a raccogliere tutte le emozioni
in fuga dai propri cieli in fiamme, nella visione,
in un luogo ed un tempo in cui, forse, verrete anche voi
nel sussurro dell’eterno, forse, nella luce della poesia.
…l’amore appartiene alla grazia…
Carax