Il corridoio verso il proprio sogno non è un percorso automatico, non è una meccanica scala mobile verso l’evoluzione.
Non si può essere scontati ed indifferenti, occorre profondere energie per combattere la solitudine in cui potremmo lasciare il nostro sogno,
proprio perché tantissime volte lasciamo il nostro sogno da solo.
Non importa la nostalgia, non le cicatrici, percorriamo la luce, apriamo porte ed abbracciamo questi doni preziosi.
Quando dimenticheremo di avanzare, quando saremo bloccati emotivamente ed inerti, potremo contare sul legame speciale che abbiamo con il nostro sogno,
perché sarà sempre lì ad indicarci la rotta ed il cammino, perché ci sì spalancherà sempre dinnanzi:
Il corridoio dell’alba
I sogni non si lasciano andar via nella coltre della nebbia,
non si lasciano soli lungo il corridoio dell’alba,
non vanno vissuti nell’indifferenza.
Questi stati umani del crepuscolo, doni preziosi,
vanno intrisi, assorbiti, uniti.
Al di là delle cicatrici del destino, oltre l’umana nostalgia,
non abbandoniamo il sentiero della luce,
non chiudiamo la porta dell’anima a questa parte di noi stessi.
Ecco, la cosa più importante è non allontanarsi
del tutto dal proprio sogno
perché il filo latente che ci lega ad esso
è molto più forte di quello che crediamo,
e se non dedichiamo a questa sfera il tempo che vorremmo,
non preoccupiamoci, perché “lui”, il sogno,
è paziente e ci sarà sempre, come una stella d’argento.