Di un amore, il sogno
Non è troppo tardi per il sogno dì un amore perché lo amo ancora.
E’ scappato via, se ne è andato e con lui, la sua magia, quelle sensazioni?
Ho forte nella testa il profumo della sua pelle,
negli occhi il colore delle mani e sul cuore il calore del suo viso.
E poi la sua voce, il tono dolce della notte quand’era sazia.
Ricordo di più, ricordo ancora, senza dolore ed è
per questo che è facile scrivere di lei adesso, patologicamente, ampiamente,
come scrittura permanente.
Ricordo tutto – l’aria immane della sera quando era lì
ad attendermi sulla veranda a battezzare un altro giorno,
a battezzare un peccatore,
la rivelazione delle stelle, i brividi, la pampa al mattino, le orchidee –
tutto è ancora con me, e non cessa di braccarmi,
inevitabilmente come la luce giunge certa al mattino,
come nuvole in un giorno di pioggia.
Non era un amore prematuro, segnato dalla ferocia che spesso distrugge.
Era forte, intenso e per questo ha segnato il solco della memoria,
come il veleno in una ferita, come quelle tracce ancestrali del mondo
che non si cancellano più, che si sentono ancora, che si ameranno per sempre.